Bollo e superbollo: dal 2026 cambia tutto
- AutoeAuto
- 3 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Se anche tu eri stato illuso da una possibile abolizione del superbollo, sappi che il diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale tratta tutto tranne l'abolizione di questa tassa. In questo articolo andremo a parlare del bollo e superbollo: dal 2026 cambierà tutto, infatti le principali novità riguardano le modalità di pagamento, le scadenze e la gestione degli archivi nazionali.
Indice
Pagamento in un'unica soluzione
Per le auto immatricolate dal 2026 non sarà più possibile dilazionare il bollo in rate mensili i semestrali, l'importo dovrà essere versato entro l'ultimo giorno del mese successivo all'immatricolazione e negli anni successivi con scadenza fissa nello stesso mese in cui è stata immatricolata l'auto. Si abbandonano quindi le solite date fisse, aprile, agosto e dicembre a cui eravamo abituati e si va verso un calendario personalizzato per ogni veicolo.
Le singole regioni mantengono le competenze sull'aliquota ed eventuali sconti o esenzioni, alcuni regioni potranno prevedere un versamento quadrimestrale per specifiche categorie di veicoli, ma saranno scelte locali. Questo dovrebbe diminuire la burocrazia e i costi di gestione amministrativa, pur imponendo un esborso più consistente in un’unica data per il contribuente.
Potenza e classe ambientale invariati
Non cambia la base di calcolo del bollo auto, che resta legata alla potenza del motore espressa in kilowatt (kW) e alla classe Euro del veicolo. Ogni Regione stabilisce l’importo base per kW in funzione delle emissioni, con tariffe standard che oscillano mediamente tra 2,58 €/kW per le Euro 4 e superiori e valori leggermente più alti per le classi più inquinanti. Anche il mini superbollo—applicato ai kW superiori a 100—rimane confermato con il sovrapprezzo del 50% sull’importo base oltre la quota.
Il rispetto degli standard Euro continuerà a essere premiato tramite fasce di costo differenziate, mentre il superbollo ordinario, introdotto nel 2011, mantiene i suoi parametri di calcolo originari.

Veicoli in fermo amministrativo
Dal 2026 anche i veicoli in stato di fermo amministrativo per qualsiasi motivo sono tenuti a pagare il bollo. Qualunque sia la causa del fermo-violazione grave del Codice della strada o cartelle esattoriali non pagate- la tassa automobilistica deve essere pagata, questo per garantire una rendita più stabile alle Regioni e per evitare che venga utilizzato il fermo amministrativo per eludere questa tassa.
La regola si applica sia al fermo causato dalle autorità di polizia che a quello disposto dall’Agenzia delle Entrate per morosità. In entrambi i casi il proprietario risultante al Pubblico Registro Automobilistico il primo giorno del periodo tributario resta soggetto al pagamento, senza più alcuna deroga.
Norme anti elusione per le imprese
Un’altra stretta riguarda le aziende: per calcolare la Regione competente al bollo si terrà conto della sede legale o della sede in cui avviene ordinariamente la gestione del parco veicoli. Questo serve a contrastare le sedi fittizie scelte per pagare meno, fenomeno noto come esterovestizione delle società di noleggio. Nel caso di soggetti giuridici con più sedi secondarie in Italia, la competenza e il gettito sono attribuiti alla sede in cui si svolgono le operazioni ordinarie principali.
Le imprese saranno quindi obbligate a dichiarare con precisione dove si trova il “cuore” operativo del proprio parco auto, evitando spostamenti forzati delle sedi amministrative in Regioni con bollo più basso. La norma introdotta mira a garantire equità tra operatori e a tutelare le casse regionali da eventuali manovre elusive.
L’Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche (ANTA)
Per migliorare il coordinamento tra i territori e semplificare le procedure è stato creato l’ANTA, l’Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche gestito dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Questo database centralizzato integrerà i dati di pagamento, esenzioni e scadenze provenienti da tutte le Regioni, riducendo errori, duplicazioni e ritardi. L’ANTA sarà collegato agli archivi locali tramite interfacce informatiche standard, approvate annualmente dal Comitato interregionale.
In caso di versamento errato a una Regione diversa da quella competente, sarà questa a trasferire automaticamente l’importo all’ente corretto, senza coinvolgere il contribuente. La digitalizzazione del processo promette tempi di rimborso e di rettifica più rapidi, oltre a un maggior controllo da parte delle autorità fiscali.
Il superbollo confermato ed inasprito
Nonostante ripetute promesse di abolizione, il superbollo non subisce modifiche strutturali: resta una tassa statale aggiuntiva per i veicoli con potenza superiore a 185 kW, calcolata in base a 20 €/kW eccedente la soglia. L’importo decresce con l’età del veicolo (– 40% dopo 5 anni, – 70% dopo 10, – 85% dopo 15 e esenzione totale dopo 20). La vera novità consiste nell’eliminazione definitiva delle esenzioni regionali sul superbollo (anche per i veicoli detti "green"): non sarà più possibile sfruttare sconti locali per attenuare l’onere fiscale.
Commenti