google.com, pub-9844602554217828, DIRECT, f08c47fec0942fa0
top of page

BMW contro lo stop ai motori termici nel 2035

  • Immagine del redattore: AutoeAuto
    AutoeAuto
  • 13 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Nel cuore del dibattito sulla transazione ecologica, il colosso bavarese BMW guidato dal CEO Oliver Zipse ha espresso con fermezza il proprio disaccordo riguardo lo stop ai motori termici nel 2035. La posizione di BMW è fondata su motivazioni molto valide che mettono in dubbio il futuro dell'industria automobilistica e le incertezze riguardo la domanda di veicoli elettrici.


Indice


La normativa e le scadenze

La normativa europea, approvata nel 2022 prevede lo stop alla immatricolazione e produzione di veicoli termici entro il 2035. L'obiettivo dell'Unione Europea è molto chiaro: ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e andare verso una mobilità a zero emissioni (i veicoli elettrici non sono proprio a zero emissioni, per approfondire ti consiglio la lettura di: "Inquina di più un'auto termica o elettrica"). Tuttavia secondo BMW questa decisione rappresenta un "errore strategico" che rischia di mettere in pericolo l'industria automobilistica e l'ambiente.

Oliver Zipse ha criticato apertamente l’approccio dell’UE, definendolo troppo rigido e poco realistico. “Stiamo fissando date arbitrarie che non aiutano né le aziende né l’ambiente”, ha dichiarato in un’intervista a Politico. Secondo il CEO, la transizione energetica non può essere ridotta a una semplice questione di calendario, ma deve tenere conto della complessità del ciclo produttivo, della logistica e dell’intera filiera energetica.

BMW contro lo stop ai motori termici nel 2035

Carburanti alternativi

Uno dei punti centrali su cui si basa la critica di BMW riguarda il fatto che non sono state prese in considerazione possibili alternative che non impongano un passaggio forzato verso l'elettrico. Infatti grazie all'innovazione tecnologica è possibile lasciare spazio a tecnologie alternative come i carburanti ecologici. In particolare il Dirigente ha sottolineato l'assurdità di un sistema in cui le case automobilistiche sono soggette a rigide normative sulle emissioni, mentre produttori di carburanti, come Shell o BP, non hanno obiettivi e vincoli in termini ambientali.

Ulteriori criticità

Pur investendo massicciamente nel settore dell'elettrico, basti pensare alla nuova piattaforma Neue Klasse, destinata a rivoluzionare la gamma elettrica, BMW non ritiene che il futuro debba essere esclusivamente elettrico. Zipse ha ribadito che una strategia "solo elettrico" va a penalizzare consumatori, aziende ed ambiente.

Le preoccupazioni non riguardano solo la domanda ancora debole per i veicoli elettrici, ma anche l’impatto ambientale della produzione delle batterie, l’origine dell’energia utilizzata per la ricarica e l’usura degli pneumatici, che contribuisce all’inquinamento atmosferico. Solo con la normativa Euro 7 si è iniziato a considerare questi aspetti, ma per BMW il quadro resta incompleto.

Disoccupazione e problematiche industriali

Un altro elemento di tensione è il potenziale impatto occupazionale della transizione. Secondo alcune stime, più di un milione di posti di lavoro nella filiera automobilistica europea potrebbero essere a rischio se gli obiettivi del 2035 non venissero gestiti con maggiore flessibilità. BMW, come altri costruttori, teme che una transizione troppo rapida possa provocare una crisi industriale, soprattutto in un contesto già segnato da dazi crescenti, concorrenza cinese e calo della domanda.

Nonostante queste sfide, BMW mostra segnali di resilienza. Il marchio punta a superare i 2,5 milioni di veicoli venduti entro il 2025, con performance già superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato che dimostra come la casa di Monaco di Baviera sia in grado di innovare, ma senza rinunciare alla diversificazione tecnologica.

Conclusione

La posizione di BMW non è isolata. Anche altri attori del settore, come Stellantis, hanno chiesto una revisione dei piani europei, sottolineando la necessità di un approccio più pragmatico e meno ideologico. L’ex premier Mario Draghi, inoltre, ha criticato la lentezza dell’UE nell’adozione delle infrastrutture per la ricarica, evidenziando un altro ostacolo alla transizione elettrica.

Zipse ha lanciato un appello ai legislatori europei affinché adottino politiche ambientali più equilibrate, capaci di coinvolgere tutti gli attori della filiera e di valorizzare tutte le tecnologie disponibili. “La vera sfida sarà garantire una transizione energetica che coinvolga tutti, non solo le case automobilistiche”, ha affermato.


Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
result.png
Blog di auto
  • Facebook
  • Instagram
  • TikTok

Avviso Legale

Le informazioni contenute in questo blog sono fornite a scopo informativo generale e sono basate su fonti ritenute affidabili. Tuttavia, non garantiamo l'accuratezza, la completezza o l'attualità delle informazioni. Le opinioni espresse in questo blog sono esclusivamente dell'autore e non riflettono necessariamente le opinioni di alcuna azienda o entità menzionata.

L'autore del blog non è responsabile per eventuali errori o omissioni, né per i risultati ottenuti dall'uso di queste informazioni. Tutti i contenuti e le informazioni forniti, senza garanzia di alcun tipo. L'uso delle informazioni contenute nel blog è a proprio rischio e pericolo.

Le immagini, i loghi e altri materiali protetti da copyright utilizzati in questo blog sono di proprietà dei rispettivi titolari dei diritti e sono utilizzati solo a scopo illustrativo. Se ritieni che il tuo materiale protetto da copyright sia stato utilizzato in modo improprio, ti preghiamo di contattarci (autoeautocontatti@outlook.it) e provvederemo a rimuoverlo tempestivamente.

bottom of page