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Stop al ponte sullo stretto

Il ponte sullo stretto di Messina, opera al centro del dibattito politico ed infrastrutturale italiano, ha subito un nuovo e significativo arresto. La Corte dei Conti e la Commissione Europea hanno sollevato alcune problematiche economiche ed ambientali, che mettono in discussione la sostenibilità e legittimità dell'opera. Lo stop non è ancora definitivo ma rappresenta una svolta cruciale nel progetto, i cui lavori dovevano iniziare ad ottobre 2025.


In questo articolo "stop al ponte sullo stretto" andiamo ad analizzare tutte le problematiche riscontrate.


Indice


Le ragioni dello stop

La Corte dei Conti ha recentemente bocciato la delibera Cipess che autorizzava il progetto definitivo del ponte, evidenziando gravi lacune procedurali e una mancanza di trasparenza. In particolare, il documento contabile sottolinea l’assenza di una puntuale valutazione degli esiti istruttori, la trasmissione irregolare degli atti e un piano economico-finanziario non sufficientemente motivato.

Parallelamente, la Commissione Europea ha inviato una doppia comunicazione al governo italiano, chiedendo chiarimenti sull’impatto ambientale, sulle misure compensative e sulle modalità di appalto. Le preoccupazioni riguardano soprattutto la tutela dell’habitat marino, i rischi idrogeologici e l’efficacia delle misure contro l’inquinamento atmosferico e acustico.

Costi e dubbi economici

Uno degli aspetti più critici riguarda il costo dell’opera. Dai 3,9 miliardi iniziali si è passati a una stima di oltre 13,5 miliardi di euro, con alcune proiezioni che parlano addirittura di 20 miliardi. Questo aumento ha sollevato interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla reale utilità dell’investimento, soprattutto in un contesto economico in cui molte aree del Sud Italia soffrono carenze infrastrutturali ben più urgenti.

Secondo il Movimento 5 Stelle e altri esponenti dell’opposizione, questi fondi dovrebbero essere destinati a migliorare strade, trasporti, sanità e scuole in Sicilia e Calabria, piuttosto che a un’opera che rischia di rimanere incompiuta o di generare benefici limitati.

Impatto ambientale

Le associazioni ambientaliste come WWF, Legambiente, Greenpeace e Lipu hanno accolto con favore lo stop della Corte dei Conti, definendolo una conferma delle loro preoccupazioni. Da anni denunciano la superficialità delle valutazioni ambientali e la mancanza di analisi indipendenti. Il progetto, secondo loro, comprometterebbe un ecosistema unico e fragile, senza offrire garanzie sufficienti di mitigazione.

Anche la CGIL ha chiesto al governo di ritirare il progetto, sottolineando come l’opera potrebbe espellere oltre 500 famiglie dalle loro abitazioni e creare più danni che benefici. Il sindacato ha parlato di “forzature legislative e tecniche” e di un progetto “divisivo per il Paese”.


Il governo Meloni, e in particolare il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha minimizzato la portata dello stop, parlando di “normali richieste di chiarimenti” e ribadendo la volontà di procedere con l’opera. Secondo Salvini, il ponte rappresenta un volano strategico per lo sviluppo del Mezzogiorno e un simbolo di modernità per l’Italia.

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